Non so se stupirmi – della bellezza dei blog – o lasciarmi acconcio – ma indifferente – come un verginello che vorrebbe – però non osa – oppure essere semplicemente grintoso e lottare – nell’agone mediatico – per coloro – e non per una cosa, una idea, un idealismo, o una passione – che si ama ...
Trasformarsi in un blog – privilegiando questa forma di comunicazione – è scriteriato, ambiguo, alienante ... Il blog è “lettera morta di un vivente” ...
Bellissime riflessioni, davvero non scherzo, quelle che leggo nei blog. Amo i blog, non fraintendetemi: immagini, movie fai da te, filmati scaricabili di ogni tipo, riflessioni, diari in linea, modi di conoscersi e di giungere dove fino a ieri mai nessuno sarebbe potuto arrivare ... Però, bellissime riflessioni, davvero – dico sul serio – sui blog, ma ...
Ma questo uso dei blog che sostituiscono le relazioni – vere o presunte vere, ma sempre relazioni – con “relazioni” gestite nella solitudine e nella distanza delle passioni condivise, cosa è?
Internet è, forse, più vero del sesso e degli amici?
Bellissimo paradosso, non trovate?
Gli scambi epistolari – ma anche le attuali mail – sono altra cosa.
Sono, davvero, ben altra cosa ...
Nello scambio epistolare c’è il desiderio ricordato e quello atteso ... la preparazione di quello futuro ...
Dove c'è la carne, c'è il futuro, perché lì vive il presente ...
Carne e Parola, binomio inscindibile, come Corpo ed Anima ...
Ora, invece, si dice: “leggi il mio blog!”, come se trasformarsi in un blog possa sostituire la vita reale con un’altra vita reale, ma codificata da noi stessi con una scommessa di autosufficienza per vivere un frammento di scambio umano e reale. E se anche c'è chi non lo dice esplicitamente, chi si ritira nel blog vive una vita non affacciata alla finestra, ma semplicemente appesa ad un’immagine del proprio occhio riflessa in una finestra che non sente il freddo ...
Dove è l’uomo? Dove è l’umano?
Dove è il sogno che obbliga alla vita?
Dove è l’attrazione che mette in crisi l'uomo
e lo induce a venir fuori, a stare nudo di fronte a tutti, nel bel mezzo della strada del mondo?
Dove è tutto questo?
Certo, pure nel frammento significativo e bellissimo di un blog che non amo, trovo infine il volto nascosto di colui che in quel blog frammentariamente risiede, ma ...
Ora, il blog spesso è solo l’immagine di una immagine, di una passione, meno spesso di un sogno o di una attrazione ... Tanto meno è il diario “intimo” di due persone ... Al massimo diventa la complicità autocompiaciuta di un gruppo ristretto: una piccola loggia dalla quale ironizzare, osservando il mondo giudicato “diverso”, quando il diverso si è ritirato nella loggia ... A volte è un grido non urlato, a volte una prova di combattimento, altre volte è un impudente verginello ...
Così, quando leggo alcuni di questi bellissimi blog – dei quali ammiro sagacia, intelligenza, finezza intellettuale, nozionismo, capacità critica, bellezza e gusto, spirito d'avventura e coraggio, sfrontatezza ed erotismo – guardo, ma seppur allungo la mano a toccare il collo, la faccia e le labbra o la stessa bellissima lettera ... Ecco, esplodere la bolla, non dell'illusione, ma dell'uomo che è rimasto nel blog ... e non c'è ...
Dove siete persone care?
Perché, qui voi mancate ...
Cosa è una loggia adorna delle cose amate per vivere, quando fuori resta un’uomo che muore e che chiede ...
Spesso un povero muore nel non essere visto da chi lo guarda ma continua a vederlo ...
Felicino Cuor Contento
mercoledì 3 ottobre 2007
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4 commenti:
Caro FiCCanaso che tenti di violare il popolo dei bloggers, che chiedi volto e voce a parole mute, che tenti di vedere le "belle creature" che stanno dietro a ciò che leggi, non sai che Robinson, il naufrago, trovò un chiodo e cominciò a scrivere sulla corteccia di un albero?
Forse nessuna nave sarebbe arrivata per lui, forse nessun volto umano gli avrebbe più sorriso, ma ciò che scrisse lo rincuorò, fu l'inizio di una nuova civiltà, tutta sua.
Così noi siamo naufraghi, un giorno nati, chiamati da parole di suono che ci hanno poi dispersi, smembrati, confusi, con le nostre mute parole noi cerchiamo di ricreare un'armonia spezzata, siamo l'ombra di ciò che eravamo, non altro che così potrai averci, ma stai attento perchè le parole sono SPORE terribili.
" In principio era la Parola "
Così, noi siamo frammenti del Cuore esploso, liberi, ma non dispersi sulla superficie del mondo, chiamati ad interpretare il nostro ruolo - ovunque ci troviamo in questa rete che è il mondo - di testimoni della bellezza, della verità e della bontà che trapela da una corteccia spezzata su cui un uomo scrive, da un cuore frantumato, da una roccia toccata da un bastone e da cui sgorga acqua ...
Anche questo è la rete, caro Spleen, ed accetto il tuo monito, perché Robinson non era solo e scriveva al mondo e cercava nel mondo ed attendeva nel mondo, fiduciosamente ...
Tuo FiCCanaso
Cancellando la neve,computer e visi amati, l'invisibile filtra, preme,si ostina.
Parla di un mondo forse possibile.
Ascolto e piango:mi mancano i codici come per il linguaggio dei delfini.
Pure la voce esiste,la sento che mi cerca, mi sceglie, mi ama e mi condanna al desiderio
all'impotente inquietudine.
Caro April ...
Parla il cuore di un mondo, forse, possibile ...
La cura, allora, la carne, allora, e la Parola ...
Ecco, sorge un'alba nel cuore dell'uomo dove il desiderio lascia il posto all'attrazione ...
E l'attrazione è forza che rimanda ad un altroancora ...
Se non fossimo sospinti resteremo irretiti nelle maglie del desiderio, ma così non è. L'attrazione, in natura, viene e ci porta soccorso, ci obbliga a fuori-uscire, a chiederci ragione di una speranza ...
Ben più di una condanna è l'inquietudine.
Essa è vento dello Spirito, irrequietezza della natura condotta e sedotta dall'attrazione ...
Tuo Felicino
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