Non è un’intelligenza particolare che ha generato le opere dei cristiani nel mondo, quanto il tentativo di imitare lo sguardo commosso del Dio della Misericordia che con Cristo si è piegato sul bisogno dell’uomo. Nessuno di noi avrebbe mai preso l’iniziativa di stare dalla parte di chi soffre se non avesse incontrato sulla propria strada Gesù. Lui, passando vicino, ha preso l’iniziativa.
Si è trattato solo d’«Amore». Un amore, alle radici delle opere, fantasioso, sovrabbondante, affidato al cuore di ciascuno, a quella intelligenza dell’uomo che si esprime in opere, prima di tutto, di giustizia eppoi di carità, perché la Carità – quella piena, quella vera e che sgorga da un cuore trafitto d’amore – non è resa al povero per ciò che gli è già dovuto per giustizia, ma per sovrabbondanza d’amore … Ricorda, infatti, un padre della Chiesa: «rubare è non vestire gli ignudi» …
Noi cristiani, l’abbiamo scoperto strada facendo: è l’«Amore», una modalità attraverso la quale si generano rapporti nuovi. Tutto questo è possibile rintracciarlo nel quotidiano, da chiunque sta attento al grido di giustizia, al bisogno incontrato, alla voce non ascoltata. Da chiunque inventa forme di condivisione …
Questo "convertirsi" può avvenire per chiunque – credente o non credente – perché col proprio passo ciascuno può giungere alle radici delle opere: al Gesù raccontato nei Vangeli. Il Cristo universale, il Cristo splendente, buono e vero per chiunque …
Per un cristiano, questo è un serio impegno culturale: muoversi indefettibilmente verso gli ultimi della Comunità affinché tutti possano riconoscere il Cristo del povero e nel povero, della vedova e nella vedova, dello straniero e nello straniero …
E’ dalla Bibbia che, con urgenza, continua ancora ad emergere la voce che contrappone al «bene immune» - in cui nessuno si contamina con l’altro, ma anzi lo abbandona a se stesso – il «bene comune». «Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino al margine del campo e non raccoglierai ciò che resta da spigolare del tuo raccolto; lo lascerai per il povere e il forestiero» (Lv 23,22). Per la Bibbia la condivisione non umilia, anzi rende il «bene comune» che non s’impone e che discretamente si costruisce, lasciando spazio all’altro, perché l’altro ha spazio nel proprio cuore: «Quando farai la mietitura nel campo e vi dimenticherai il mantello, non tornerai indietro a riprenderlo» (Dt 24.19). Il cuore della legge è la giustizia, la giustizia sociale che ammette un solo presupposto ed una sola conseguenza: l’«Amore».
Il cuore della legge è l’«Amore»: amare Dio ed amare l’uomo è amare l’altro se stesso, l’unico prossimo. Se Dio è nella nube, Cristo ci ha insegnato a rintracciarlo nelle opere con il dono della Fede, della Speranza e della Carità …
mercoledì 31 ottobre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento